lunedì 21 marzo 2011

LIBIA - Siamo sicuri che l'intervento militare internazionale sia la scelta giusta?

Venerdì 18 Marzo il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha autorizzato un intervento militare internazionale in Libia, tramite la “Risoluzione 1973” la quale prevede l'istituzione di una No-Fly-Zone sui cieli del Paese, al fine di proteggere le popolazioni civili dagli interventi militari messi in atto dal regime di Gheddafi, volti a riconquistare le aree cadute in mano alle forze rivoluzionarie nelle settimane scorse.
Tuttavia già dai primissimi giorni si è notato che l'intervento congiunto della coalizione internazionale, non si è limitato alla semplice creazione di una zona di interdizione al volo, ma è andato a colpire obiettivi militari e strategici gestiti dal governo libico, con bombardamenti diretti.

L'intervento militare è stato aspramente condannato da parte della Russia, che ha definito la risoluzione dell'ONU “presa troppo frettolosamente”; anche la Cina ha votato contro tale decisione, approvata invece da quelli che sono poi divenuti i principali membri della coalizione, ossia Francia, USA, Danimarca, Italia, Canada, Regno Unito.

Il Gordjan contesta tale intervento militare in Libia, sia perché siamo decisamente contrari a qualsiasi uso della violenza (secondo il nostro punto di vista, la diplomazia e il dialogo sono gli unici mezzi legittimi per risolvere le controversie internazionali), sia perchè esso appare già da subito andare ben oltre quello che è l'obiettivo ufficiale della risoluzione 1973, sia soprattutto perché appaiono deboli e poco chiare le prove presentate per giustificare il mezzo (data la violenza con cui ha avuto inizio, ci chiediamo se l'azione sia effettivamente volta a proteggere i civili, o se sia piuttosto un pretesto volto a tutelare gli interessi economici e strategici, di qualche membro della coalizione...).
Intanto è certo che un intervento simile causerà molte perdite tra i civili (e c'è già notizia di persone morte a causa dei bombardamenti, le quali si aggiungono alle morti causate finora delle battaglie tra governo e rivoluzionari); i precedenti in Iraq e Afghanistan parlano da soli!
Qualora fossero emerse chiare prove di un genocidio o comunque massacri indiscriminati di civili, da parte del regime al potere in Libia, la nostra posizione sarebbe differente (pur essendo comunque contrari all'uso della forza, in tal caso potremmo capire che l'istituzione di una No-Fly-Zone possa rappresentare il male minore), ma finora ciò non è emerso chiaramente, certo la guerra ha causato diversi morti da entrambe le parti, ma nessun "genocidio" appare essere stato attuato, quindi ci troviamo d'accordo con chi dice che la decisione è stata troppo affrettata e soprattutto l'intervento militare straniero appare davvero sproporzionato rispetto all'obiettivo ufficiale della risoluzione ONU. Non per ultima, la nostra perplessità è su chi sia realmente al potere nelle forze di opposizione il Libia, dato che circolano voci (e non solo quelle) di forti infiltrazioni di estremisti religiosi, tra loro.

Il Gordjan si augura che tutte le parti in gioco rivalutino la propria posizione, al fine di tutelare realmente i civili, senza l'uso delle bombe; da una parte speriamo che il governo libico faccia un passo indietro deponendo le armi, assecondando quella volontà di cambiamento politico inequivocabilmente manifestata dal popolo; dall'altra ci auguriamo che la comunità internazionale riveda scrupolosamente il proprio intervento, rinunciando all'uso della forza attuato contro uno Stato Sovrano, e tornando ad un tavolo diplomatico che serva realmente per fermare la guerra in Libia.

Un appello a tutti, ed alla UE in particolare, lo facciamo affinché i profughi che fuggono dalla guerra libica vengano accolti al meglio, in quanto non ci pare che finora sia stato dato il giusto valore a questo aspetto (abbiamo finora assistito ad una sorta di "scaricabarile" su chi sia tenuto ad accogliere queste persone); ricordiamo che la comunità internazionale ha il dovere di accogliere chi fugge da una guerra per salvare la propria vita, almeno finché non vi siano le condizioni per poter ritornare nel proprio paese; dobbiamo però dire che onestamente non ci pare sia stata curata al meglio la questione profughi finora, al contrario della decisione di intervenire militarmente... ma a questo punto una domanda ci sorge spontanea: l'accoglienza dei profughi non è forse un modo per proteggere i civili, cioè esattamente lo scopo della risoluzione 1973?

In tutti i casi il nostro augurio affinché la crisi nel Paese nordafricano abbia fine al più presto, va alla popolazione libica, ovvero a tutti quegli uomini, donne e bambini, che di certo non desiderano altro, se non vivere la propria esistenza in modo sereno e pacifico; a loro va tutta la nostra solidarietà.

Impero del Gordjan

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