martedì 25 ottobre 2011

LIBIA - La Caduta di Gheddafi

Lo scorso 20 Ottobre in Libia, Muammar Gheddafi è stato catturato e ucciso dai rivoluzionari, dopo circa 8 mesi dall'inizio della rivoluzione (accompagnata dalla missione ONU); aveva 69 anni e da oltre 42 era il leader del Paese.

Il modo in cui è stato catturato ed ucciso è scioccante ed esecrabile; dopo essere stato catturato vivo da un gruppo di rivoluzionari a Sirte, poco dopo la caduta della città, in cui Gheddafi si trovava, è stato barbaramente seviziato e torturato, per poi essere assassinato con un colpo di pistola alla tempia.
Ora, pur condannando fermamente tutto ciò che quest'uomo ha fatto di negativo nel corso del suo lungo dominio sulla Libia (azioni per cui sarebbe sicuramente dovuto essere processato e condannato), ci chiediamo con quale diritto questo gruppo di rivoluzionari abbia sentenziato a freddo, senza attendere un processo, la condanna a morte di un uomo, catturato vivo e non caduto in battaglia (come maldestri tentativi di copertura avevano fatto credere in un primo momento). Si tratta di un vero e proprio omicidio, non di una condanna a morte (e noi siamo contrari anche a quest'ultima, per principio)! Ma ancor più ci hanno fortemente turbato le brutali sevizie a cui Gheddafi è stato sottoposto prima di essere ucciso ed il modo umiliante e grottesco con cui il suo corpo ormai privo di vita è stato trattato ed "esibito" (ed una simile sorte è toccata anche ad uno dei figli di Gheddafi, Moutassim, anch'egli catturato ed ucciso a Sirte).

Esprimiamo il nostro disappunto per queste azioni, che sono assolutamente da condannare (e ci chiediamo se mai le persone che si sono macchiate di tali crimini contro un essere umano, pagheranno per quello che hanno fatto)! Il nostro sfogo non va interpretato come una presa di posizione a favore o contro una delle parti; Gheddafi ha scelto con le proprie azioni la via della dittatura, la quale spesso prevede, prima o poi, anche la propria caduta; ci aspettavamo però un minimo di civiltà da chi ha combattuto contro di lui in nome della giustizia, della libertà e della democrazia! Così non è stato; purtroppo per il Popolo libico, il biglietto da visita di queste persone, è un biglietto carico di orrore, sangue e giustizia sommaria!

Per quanto riguarda il futuro del governo libico, il leader dei rivoluzionari ha dichiarato che nel paese sarà instaurata la shari'a (la legge islamica), il che ci fa sorgere una spontanea domanda: ma non si era combattuto in nome della democrazia? Dovrebbe essere il popolo a decidere, non il leader del governo di transizione rivoluzionario... questo si dovrebbe preoccupare piuttosto di organizzare le elezioni il prima possibile, non decidere come governare il paese d'ora in avanti, sempre che la lotta in nome della democrazia non sia stata solo un pretesto per salire al potere e restarci il più a lungo possibile, proprio come fatto dal nemico che si è combattuto; ma ci auguriamo che così non sia, e anzi, magari un gesto di democrazia e giustizia saebbe quello di avviare un'inchiesta seria in merito all'assassinio di Gheddafi.

Concludiamo esprimendo i nostri dubbi sul fatto che la guerra in Libia sia finita con la morte del suo, ormai ex, leader; gli interessi in ballo sono troppo alti, e le parti in causa troppo numerose, perchè il paese possa essere prontamente pacificato (sperando ancora una volta di sbagliarci).
I nostri migliori auguri vanno in ogni caso al Popolo libico, affinchè possa finalmente trovare la giusta via, che è quella della pace e della stabilità.

Impero del Gordjan